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Leggo oggi un interessante articolo relativo all'uso (o assenza di) delle "nuove tecnologie dell'IT" nella scuola. Nota bene che io parlo di "scuola" in senso generico e non mi riferisco alla scuola italiana nello specifico.
Ora, parlare di "nuove tecnologie dell'IT", significa ignorare bellamente che molta di quella roba e' degli anni 70 e non si e' mossa un gran che. Che ci piaccia o no, quasi tutta la tecnologia informatica e' stata messa insieme tra gli anni 60 e gli anni 80 e non e' che si sia evoluta molto dopo. Abbiamo migliorato l'hardware, rendendolo piu' veloce e piu' "portabile", ma non e' che il resto sia cambiato molto. Quasi tutto quello che e' venuto dopo e' stato aria fritta e qualche piccolo cambiamento che non ha di certo portato a degli sconvolgimenti.
Le piu' grosse novita' degli ultimi 30 anni sono state la virtualizzazione ed i "container", ed anche queste cose non e' che siano strepitose e, se non siete degli amministratori di sistema, non e' vi cambino la vita.
Cose come 'AI' e Robotica sono piu' per laboratori di ricerca che per la comune "scuola", in primis perche' non funzionano (AI) e anche se funzionassero nessuno sa esattamente cosa farci.
Quindi... Dove restiamo?
Si fa parecchio parlare di "usare le nuove teconologie per alleviare i problemi dell'insegnamento". Problemi che sembrano essere in nessun ordine particolare: ridurre i brogli durante gli esami, dare migliori opportunita' a tutti e ridurre il carico di lavoro degli insegnanti.
Quest'ultimo particolare mi lascia perplesso perche', per esempio, qui in olanda si parlava quest'anno di un esubero di insegnanti, sopratutto nelle classi primarie, perche' ci sono meno bambini a cui insegnare. E sono praticamente sicuro che da qualche parte esistono delle scuole che non hanno abbastanza insegnanti per il numero di alunni, il che mi fa pensare che il problema non e' il numero generale di insegnanti, ma il fatto che le scuole (o i ministeri) non vogliono pagare. Quindi l'idea sarebbe "usare le Nuove Tecnologie per fare piu' lavoro in meno tempo e con meno soldi". E sappiamo tutti, credo, quanto questo funziona bene.
Procediamo con ordine, per prima cosa, il fatto che ci siano brogli durante gli esami, o anche semplicemente durante i "test".
Il problema qui non e' tanto che i test possono essere imbrogliati, ma perche' si basi tutto sul risultato di uno (o piu') test.
Come si giudica l'efficienza di un insegnamento? E notate che ho detto "insegnaMENTO" e non "insegnaNTE". Si controlla se lo studente ha capito. Ma "capire" se qualcuno ha capito (yeah...) non e' una cosa semplice, soprattutto perche' nella maggioranza dei casi quando l'insegnante domanda "e' tutto chiaro", nessuno fiata. Quindi bisonga "testare". Ma una cosa e' verificare che uno sappia applicare una procedura semi-meccanica, mentre testare cose come la comprensione di una lingua o di un testo e' molto piu' complicato e richiede decisamente molto piu' tempo. Quanto all'interpretazione di un testo... Qui le opinioni si sprecano.
Il tentativo (spesso fallito) di ridurre tutto ad un numero che e' facile da gestire e' il diretto risultato di un modo di concepire l'insegnamento che si basa troppo su degli "standard". Se lo "standard" dice che tutti devono aver letto il libro 'x' ed aver passato il test, non importa se qualcuno ha letto il libro e non ci ha capito niente, finche' e' capace di metter la crocetta nella casellina giusta. E da qui al sapere che "per la domanda 1 la casellina giusta e' la 2", il passo e' breve.
Quindi come potrebbero le "nuove tecnologie" risolvere il problema? In nessun modo (per dirla in maniera semplice). Al massimo rendono piu' rapido il controllo di quale casellina e' stata marcata. La realta' e' che in molti casi queste "nuove tecnologie" non aggiungono nulla a parte uno "strato" supplementare di fuffa che non interessa a nessuno ma che "fa figo". Leggere sul libro e' noioso, il 'tablet' invece fa' tanto Star Trek.
Non parliamo poi del fatto che per "applicare" le nuove tecnologie, bisogna anche avere una infrastruttura adeguata (o almeno avere una infrastruttura), che a molti istituti manca. Manca anche il personale qualificato che possa implementare e mantenere tale infrastruttura. Ed il personale esistente dovrebbe essere prima di tutto ri-educato. Cosa che non e' sempre fattibile.
Quello che sicuramente succedera' e' che un sacco di gente si fiondera' a chiedere soldi. Per hardware, software o servizi. E data la carenza di preparazione, sara' molto difficile che le cose utili ed intelligenti siano selezionate. Quello che probabilmente succedera' e' che i venditori di gadgets mostreranno le cose scintillanti ed i vari "managers" (chiamiamoli cosi') cominceranno a spendere allegramente soldi che non hanno e che non sono i loro.
E poi ci sarebbe da parlare di quanto questa roba sia "sicura" nel senso sia informatico che fisico. Non passa giorno (piu' o meno) senza la notizia di un paio di milioni di accounts spiattellati sulla pubblica piazza. Mettiamoci una scuola nel mezzo e siamo a posto. Le scuole poi non brillano molto per sicurezza fisica (nel senso di controllo agli ingressi) ed aggiungiamo la normale "cura" delle cose che la media degli studenti ha e voglio vedere quanto dureranno i vari "gadgets".
Quanto di questo andra' poi in effetti a migliorare la situazione e' da vedere. Qualche cosa mi dice poco o niente.
Davide Bianchi
04/04/2019 15:51
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