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C'erano una volta i giornalisti, che erano quelle persone che se ne andavano in giro a raccogliere le notizie che poi venivano pubblicato sul giornale. Erano intelligenti, preparati, curiosi e soprattutto, dedicati. Se ci pensate bene, quasi tutti i "supereroi" della vecchia guardia come "copertura" erano per lo piu' impiegati in un giornale (Superman, SpiderMan, ok BatMan non era impiegato ma non ditemi che Bruce Waine non possedeva almeno un giornale nel suo impero finanziario!), perche' era il sistema migliore per potersene andare in giro a fare domande. La maggioranza degli "eroi" di diversi polizieschi erano anche loro giornalisti. E che dire di eroi 'veri' (Bob Woodward e Carl Bernstein anyone?) che erano soprattutto giornalisti interessati nello scoprire i fatti?
Poi... poi che e' successo? Bhe, direi che per prima cosa la gente ha smesso di interessarsi nella verita' perche' e' diventata un po' troppo scomoda e (diciamolo pure) penosa. A qualcuno interessa veramente sapere quante possibilita' ci sono che la Grecia (o l'Italia) riescano a recuperare il proprio debito pubblico? O quante possibilita' ci sono che il tasso di disoccupazione si riduca?
Con la diffusione "della interdet" improvvisamente tutti si sono messi a scrivere di tutto, il che ha aggiunto molto rumore ma poca sostanza. In effetti, il rapporto segnale/rumore tende oramai a -infinito, e' tutto rumore e niente segnale. Il che non sarebbe troppo male se... chi scrive avesse conservato le caratteristiche originali, in particolare la preparazione e la dedizione. Quello che si ottiene oggi per lo piu' e' esattamente il contrario. Come in molte altre cose, anche nel campo del 'giornalismo' si e' sparsa la nozione che quantita' e qualita' siano intercambiabili.
Cosi' abbiamo gente che scrive articoli su articoli ma senza mai verificare quello che scrive, non piu' di una ricerchina su wikipedia... o google che molto spesso ritorna gli stessi risultati di Wikipedia. Quale e' il risultato? Che una marea di cazzate e bufale varie si riversa sul malcapitato lettore, il quale, nel 90% dei casi, non ha la benche' minima possibiltia' (ne' la voglia, diciamocelo) di verificare la vericidita' dell'argomento.
Ed il guaio peggiore e' che nella maggioranza dei casi il "lettore" comincera' a ri-diffondere la notizia ai propri amici ed amici di amici... in una valanga di cazzate che diventano auto-replicanti. Se il Gatto con gli Stivali dice che questo castello appartiene al Marchese di Karabas... ne consegue che il Marchese esiste.
Il risultato e' chiaramente visibile nella quantita' di "bufale" che circolano in continuazione, da falsi allarmi di virus e bachi totalmente inventati a funzionalita' inesistenti di noti siti di "social networking". Ora, basterebbero 5 minuti ed un pezzetto di cervello funzionante per rendersi conto di quali informazioni sono realistiche e quali e quante sono cazzate totali, mentre bastano 5 secondi e zero cervello per ripetere a pappagallo la "notizia" e spargerne ulteriormente i danni. Quale e' il risultato?
Negli ultimi tempi si e' estesa l'abitudine ad autodefinirsi "blogger" (che a me fa sempre pensare ad una qualche creatura che vive sul fondo di un fiume e si esprime a scorregge) invece che "giornalista" o "articolista", solo che nella maggioranza dei casi quello che viene perso nella ridefinizione e' solo la responsabilita' della persona (aka: l'autorizzazione a scrivere cazzate senza remora). Un po' di tempo fa e' stato fatto il tentativo di re-instillare il concetto di responsabilita' (aka: se scrivi stronzate aspettati di essere preso a randellata), ma la popolazione bloggante si e' ovviamente ribellata a questa irresponsabile imposizione di responsabilita' nei loro confronti.
Quello che distingue, in effetti, un vero giornalista (o scrittore di articoli, come preferite) ed un "blogger" e' che il secondo non si assume mai nessuna responsabilita' per quello che produce. E' un po' come dire che una mucca non si assume nessuna responsabilita' per dove lascia cadere il prodotto ultimo del suo sistema digestivo.
Quindi che si fa? Bhe, la mia soluzione e' sempre e comunque tenere acceso il cervello, quando leggo qualche cosa che sembra troppo bello per essere vero, in molti casi significa semplicemente che non e' vero! Ed esercitare un certo scetticismo nei confronti di notizie e novita', soprattutto quando sono riportate senza troppa dovizia di particolari o semplicemente come "tizio caio sul suo blog ha detto che..." e' sempre un'ottima cosa.
Davide Bianchi
31/01/2012 10:53
I commenti sono aggiunti quando e soprattutto se ho il tempo di guardarli e dopo aver eliminato le cagate, spam, tentativi di phishing et similia. Quindi non trattenete il respiro.
Di Alex postato il 01/02/2012 12:33
Ciao, esco dall'oblio solo per farti un appunto... anche un giornalista può scrivere quello che vuole... e nessun magistrato farà "MAI" nulla..... unica condizione di essere dalla parte "giusta" politicamente... esperienza mia personale....
:-(
-- Alex
@ Alex Di Davide Bianchi postato il 04/02/2012 14:46
anche un giornalista può scrivere quello che vuole... e nessun magistrato farà "MAI" nulla.
I giornali hanno una figura: il direttore responsabile che e' quello che si assume la responsabilita' di cio' che viene pubblicato. Un giornale come il Corriere della Sera ha migliaia di cause pendenti per diffamazione, che sono tutte assunte dal famoso direttore responsabile. Ecco la differenza.
-- Davide Bianchi
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